Piantare alberi può bastare per salvare il pianeta?

Il 19 settembre 2021 il presidente del consiglio italiano, Mario Draghi ha inviato un accorato appello di allarme.

António Guterres, ha dichiarato: “Siamo sull’orlo dell’abisso”. Poche settimane fa, subito dopo la pubblicazione del sesto report dell’Ipcc sul riscaldamento globale, sempre Guterres aveva detto: “È un codice rosso per l’umanità”.

Dichiarazioni catastrofiste?

Come scrive MicroMega:

L’ultimo rapporto delle Nazioni Unite parla di collasso climatico ormai in atto. A rischio è il nostro presente, non “solo” il futuro.

A rischio è il nostro presente, non solo il futuro.

Abbiamo urgente bisogno di riduzioni immediate delle emissioni di gas serra per limitare l’aumento della temperatura che ci sta spingendo come mai prima d’ora verso il collasso climatico. Allo stesso tempo dobbiamo ridurre i prelevamenti di materie prime, di risorse naturali e tutelare i servizi ecosistemici. Solo così possiamo rientrare nelle capacità di autorigenerazione e autorganizzazione del nostro pianeta.

Siamo noi che dobbiamo adeguarci alla Terra se vogliamo sopravvivere e prosperare, non viceversa come pensano i sostenitori della crescita economica infinita. Concretamente significa cambiare il paradigma culturale e il sistema economico dominante, per riconvertire attività produttiva e filiera energetica, così da rimanere dentro i limiti posti dalle capacità bioriproduttive della Terra.

L’IPCC con il suo ultimo report mette a disposizione ulteriori evidenze della relazione tra emissioni prodotte ed eventi climatici estremi, inchiodando industria dei fossili e governi come i diretti responsabili della drammatica situazione che espone tutti e tutte a rischi mai visti prima d’ora per la specie umana.

La crisi ecologica, quindi, non può essere ridotta a una questione di vita individuale come spesso vorrebbero farci credere.

Questa lettura alimenta derive elitarie e semplificazioni utili solo ad allontanarci dal risolvere i problemi e dall’individuare i maggiori responsabili.

Sono le élite economiche e finanziarie, le lobby del fossile, insieme alle classi dirigenti politiche a essere le maggiori responsabili dell’inazione e delle ingiustizie ecologiche.

Piantare alberi

Qualcuno sostiene che la soluzione “semplice” sarebbe quella di piantare mille miliardi di alberi diminuire la quantità di CO2 presente nell’atmosfera. Non basta, solo, limitare le emissioni.

Ma da persona che ci prova e che ci sta provando come racconto nel mio terreno da incubo le domande sono tantissime

Ma dove piantare alberi?

Intanto, dove piantare? La prima risposta che mi viene in mente è di piantare in luoghi comuni, appartenenti alla comunità e dove sia possibile piantare alberi.

Possiamo piantare ovunque? Davanti ad un monumento? Possiamo creare una foresta ad un incrocio, in qualsiasi rotonda? Davanti a qualsiasi panoramica?

Ogni spazio antropizzato, se da un lato ha modificato e distrutto, difficilmente si riporta in dietro senza creare un qualche problema.

Gli alberi hanno bisogno di acqua

Chi invita a piantare alberi, spesso dimentica che gli alberi hanno bisogno di acqua, ma ti tanta acqua.

Se bisogna piantare alberi dove c’è bisogno di alberi, dove c’è bisogno di alberi, spesso, non c’è acqua.

Considerato che i cambiamenti climatici, stanno mettendo in seria difficoltà alberi secolari, dobbiamo pensare che è molto difficile far attecchire un albero senza le piogge.

Per cui dovremmo cominciare a piantare dove c’è acqua e dove non c’è bisogno di alberi, per allargare le zone alberate, in un piano globale.

Che alberi piantare?

Quando si parla di piantare alberi se ne parla come se tutti gli alberi fossero uguali, come se ne esistesse uno solo da piantare ovunque. Ciascun albero intanto è adatto a determinati ambienti, determinati condizioni atmosferiche.

Molti comuni risolvono con alberi non autoctoni resistenti alla siccità. In Sicilia, molti risolvono piantando ficus ovunque, una pianta bellissima, ma che nel tempo può creare problemi per la sua imponenza e su cui possono nascere delle vere e proprie guerre cittadine.

La verità è che come dicono gli esperti, dobbiamo costruire sistemi, ecosistemi vegetali dove le piante autoctone possano vivere e migliorare il territorio.

Ci vuole cura

Chi invita a piantare alberi non so se sa che per far venire su un albero ci vuole cura. Un albero ha bisogno di acqua, ma se pensiamo ad alberi del nostro ecosistema e con cui vogliamo convivere non possiamo pensare di creare delle foreste.

Un albero, specialmente nei primi anni di vita ha bisogno di attenzioni. In situazioni di siccità l’albero può essere attaccato dai parassiti, da insetti che ne possono distruggere l’apparato fogliario o radicale.

Insomma, non basta piantare e andarsene e pensare di aver fatto tutto il necessario. Ci vuole molto di più.

Risorse open source

Mentre ragiono su quello che posso fare io e mentre incontro innumerevoli difficoltà per far sopravvivere una sola pianta, mi rendo conto che per far crescere un albero ci vogliono risorse.

Chiedere è legittimo e tra contadini, tutorial e consigli da parte di chi vende prodotti agricoli si può acquisire tanta conoscenza.

Purtroppo si tratta di conoscenza poco organizzata e che si acquisisce man mano si incontrano i problemi.

L’ideale sarebbe quello di poter avere delle risorse open source che spieghino, passo passo, a tutti coloro che vogliono intraprendere questo percorso, le cose da fare e i problemi da prevenire.

Un’idea per il futuro?

Io proverò con questo blog a creare queste risorse, consapevole dei miei limiti di tempo e di competenza.

Se c’è qualcuno che si vuole unire, basta farsi sentire!